.Complesso megalitico di Monte Baranta

  • Tipo - Complessi megalitici prenuragici
  • Nazione - Italia
  • Regione - Sardegna
  • Provincia - Sassari
  • Comune - Olmedo
  • Località - Monte Baranta
  • Proprietà - Statale
  • Data compilazione - 1 marzo 2006
  • Autore - Graziano Caputa

Ubicazione/Come arrivare

Da Sassari S.P. per Olmedo. Entrare nell'abitato di Olmedo e dirigersi verso Alghero; 1 Km esatto dopo il cimitero svoltare a sinistra in una strada fiancheggiata dalle tubature della condotta d'irrigazione; percorrerla per Km 1,2 poi svoltare a destra in una stradetta che dopo pochi metri diventa asfaltata; dopo un chilometro si vede a sinistra la condotta idrica: parcheggiare imboccare i gradini dell’inizio del sentiero pedonale e salire in cima all’altopiano; in circa dieci minuti di cammino si raggiunge il sito

Informazioni Turistiche

Attualmente non esiste un parcheggio adeguato. L'auto deve sostare a valle e il monumento può essere raggiunto con una camminata di circa cinque minuti.

Per la visita del monumento si può usufruire dell'accompagnamento offerto dalla cooperativa omonima: cell. 3472667141, info: Comune di Olmedo, tel. 0799019000.

 

Descrizione

Il complesso megalitico di Monte Baranta, tra i più imponenti del Mediterraneo e d’Europa, è un sito archeologico d’altura (posto su un altopiano) dominante sulla regione della Nurra Algherese e sulla Valle del Cuga. Il sito, noto nella letteratura archeologica dal 1962, fu scavato parzialmente nel 1979. L’insediamento comprende strutture a carattere difensivo (una muraglia rettilinea ed un recinto-torre), civile (abitato di capanne) e cultuale (circolo megalitico e menhirs). Il sistema difensivo consiste in due strutture poste in posizione differente, così da sbarrare il passo a chi provenga dai quadranti occcidentali dell’altopiano ovvero controllare ad est la valle sottostante.

La muraglia megalitica, in posizione dominante rispetto al recinto-torre, orientata da nord a sud, è lunga ben 97 metri; è stata eretta secondo la tecnica “ciclopica” ma con doppio paramento: tra due possenti murature di massi poligonali l’intercapedine è stata riempita con pietrame informe di pezzatura media e piccola. L'altezza massima attuale è di circa 3 m e lo spessore di circa 4 m. Presso l’estremità nord, quasi sul precipizio dell’altopiano, la muraglia presenta l’unico ingresso attraverso un breve corridoio (lungo m 5,10), in origine coperto a piattabanda cioè con grossi lastroni posti orizzontalmente. Poco dopo il corridoio, lungo il paramento interno della muraglia, troviamo una scala - ricavata nello spessore murario - di non facile lettura a causa di un antico crollo.

Nell’ampio spazio ad est della muraglia, delimitato dal bordo precipite dell’altopiano, sono tuttora leggibili (non facilmente !) i resti del piccolo villaggio, con almeno sette capanne rettangolari di grandi dimensioni a più ambienti; lo scavo archeologico all’interno di due di queste capanne ha documentato una sola fase d’uso, pertinente ad una fase matura dell’Eneolitico, coincidente con la Cultura di Monte Claro. Sul lato opposto (ad ovest) l’area cultuale è costituita da un circolo megalitico di circa 10 m di diametro, originariamente formato da circa 80 lastre di pietra e menhirs; uno di questi giace spezzato a poca distanza spezzato. Appena più a nord, il fondo roccioso trachitico è stato abilmente spianato così da ricavare uno spazio cerimoniale; al centro di questo appare un grande menhir, che non venne mai completato ed eretto.

A circa 100 metri dalla muraglia è posto il recinto-torre con pianta a ferro di cavallo, realizzato sul bordo sud-est del pianoro accanto allo strapiombo per controllare la valle sottostante; per alcune caratteristiche architettoniche ricorda i nuraghi a corridoio di epoca successiva. Come la muraglia, anche questa struttura è formata da due paramenti di grandi blocchi poligonali di trachite che trattengono il riempimento di pietra dell’intercapedine. L’edificio ha un diametro massimo di m 20,6 e copre una superficie di 390 mq.; lo spessore è compreso tra i 4,15 ed i 6,5 m; l'altezza (mediamente di m 3,5) è, probabilmente, non troppo lontana da quella originaria. A differenza della muraglia, il recinto-torre presenta due ingressi (a nord e ad ovest) che attraverso due corridoi piattabandati immettono in un cortile, verosimilmente scoperto anche in origine. Da questo cortile, col fondo di roccia parzialmente spianata ed integrata dall’uomo, possiamo osservare, all’estremità sud-ovest del recinto, una rudimentale scala ricavata nella muratura che conduceva sul bastione sul quale, visto lo spessore, potevano trovare adeguato spazio strutture di completamento dell’elevato, forse lignee. Come nelle capanne, anche all’interno dei corridoi d’accessso al recinto-torre, lo scavo archeologico ha portato alla luce nei livelli di fondazione reperti di Cultura di Monte Claro alla quale si deve quindi attribuire la realizzazione della struttura. In fasi successive, il recinto-torre venne riutilizzato, nella prima Età del Bronzo, da genti della Cultura di Bonnanaro (1.800-1600 a.C. circa) che lasciarono abbondante vasellame ceramico nei corridoi.

Le ricerche archeologiche evidenziano le analogie della muraglia rettilinea di Monte Baranta con quella di Monte Ossoni di Castelsardo (SS) e, in ambito extrainsulare, con le tecniche costruttive di alcuni edifici preistorici della Francia meridionale.

Cronologia

Dall'Eneolitico Medio al Bronzo Antico (dal 2.500 al 1.800 a.C. circa)

Bibliografia

  • E. Contu, Il Nuraghe Monte Baranta in località Su Casteddu o Pala Reale (Olmedo-Sassari), in “Studi Sardi”, XVII. 1959-61, Sassari, 1962, pp. 640-641
  • A. Moravetti, Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Collana Sardegna Archeologica - Serie “Guide e itinerari”, 28, destra in una stradetta che dopo pochi metri diventa asfaltata; dopo un chilometro si vede a sinistra la condotta idrica: parcheggiare imboccare i gradini dell’inizio del sentiero pedonale e salire in cima all’altopiano; in circa dieci minuti di cammino si raggiunge il sito
  • A. Moravetti, Il complesso megalitico di Monte Baranta e la Cultura di Monte Claro, in “Nuovo Bullettino Archeologico Sardo”, 5, 1993-1995, Roma 2002, Carlo Delfino editore, pp. 11-202

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