Carlo Conti ci sta pensando da tempo al suo prossimo Festival di Sanremo. Il 2026 è lontanissimo soltanto per ‘gli altri’, non per il conduttore toscano.
Mancano ‘soltanto’ otto mesi alla prossima edizione del Festival di Sanremo, 24 – 28 febbraio 2025. E’ pertanto ‘normale’ che si inizi a parlare dell’evento televisivo più chiacchierato dell’anno. Sono ‘normali’ le tempistiche delle prime indiscrezioni riguardanti le idee nuove che stanno balenando nella mente del conduttore, nonché direttore artistico, Carlo Conti.
L’evento canoro più prestigioso, più elettrizzante, più criticato e più visto è entrato da tempo nel suo ottavo decennio di vita e pertanto sta diventando sempre più complicato ideare qualche clamorosa novità da offrire poi allo sterminato pubblico di telespettatori. “Perché Sanremo è Sanremo” come recitava il celeberrimo brano composto dal maestro Pippo Caruso e Sergio Bardotti per il Festival datato anno di grazia 1995 e diventato poi l’inno ufficiale dell’evento soprattutto quando a condurlo è stato un altro Pippo: Pippo Baudo.
E proprio “Perché Sanremo è Sanremo” occorre, ogni anno, tentare di trovare qualcosa di particolare, che lo renda ‘immortale’. Trattandosi di un Festival della Canzone italiana ci si attenderebbe che particolare, e pressoché esclusiva, cura ed attenzione fossero rivolte alle canzoni ed agli interpreti delle stesse. Cura ed attenzione che non mancano grazie al lavoro di Carlo Conti, ma che sono di per sé ancora insufficienti per trainare un evento che deve inchiodare il pubblico per cinque consecutive lunghissime serate televisive.
La selezione della canzoni, le scelte finali e poi ancora i co-conduttori. Ed altro ancora. Non sono pochi, né tutti facilmente gestibili i compiti del conduttore-direttore artistico del Festival di Sanremo.
E Carlo Conti, pensando a chi avrebbe potuto affiancarlo, almeno in una delle cinque serate festivaliere, ha pensato agli amici di una vita, quelli che si ritrovano per fare bischerate, in stile “Amici miei“. Una serata tutti insieme: Giorgio Panariello, Leonardo Pieraccioni e lo stesso Carlo Conti. Per una notte Firenze ‘ombelico del mondo’ da presentare ed offrire al pubblico sanremese. Giorgio Panariello ha raccolto la sfida con la dovuta premessa che deve venire loro in mente “una bella idea“, all’altezza del prestigio del Teatro Ariston.
Leonardo Pieraccioni ha invece ‘stoppato’ sul nascere la proposta dell’amico Carlo e le parole dell’attore e regista toscano riportate da libero.it motivano perfettamente la sua posizione: ” Non ci vo’ per un motivo semplice. Ho la sindrome del cabarettista, se ci sono più di dieci persone presenti, la battuta la devo fare per forza. E non voglio essere ricordato come quello che a Sanremo ha detto sei o sette baggianate. Non vado alle riunioni di condominio per questo motivo, figuriamoci Sanremo”.
C’è chi dice “si”, Giorgio Panariello e c’è chi dice “no”, Leonardo Pieraccioni. Nel mezzo il ‘povero’ conduttore Carlo Conti che una decisione in tal senso la dovrà pur prendere ed anche in fretta. Infatti mancano ‘soltanto’ otto mesi alla prossima edizione del Festival di Sanremo.
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