Molti cittadini si chiedono cosa accade alle quote condominiali non corrisposte da un parente defunto: capiamo cosa dice la legge in merito.
Le quote condominiali rappresentano i costi che devono essere versati da ciascun proprietario per il mantenimento e la gestione dei beni o delle parti comuni di un edificio, come ad esempio il tetto, le scale, gli ascensori o il cortile.
In molti si chiedono cosa accade alle quote condominiali non corrisposte da un parente defunto, in merito la legge è chiara: gli eredi devono versare le spese non versate, ma solo dopo l’accettazione dell’eredità o la voltura catastale dell’immobile. Capiamo, nello specifico, cosa accade in queste situazioni e cosa si intende per accettazione tacita dell’eredità.
Le quote condominiali non corrisposte da una persona defunta devono essere versate dagli eredi, ma, come abbiamo già accennato solo in seguito all’accettazione dell’eredità o alla voltura catastale dell’immobile, considerata come atto di accettazione tacita. In questi due casi, dunque, gli eredi devono saldare il debito.
Per accettazione dell’eredità si intende l’atto attraverso il quale un erede acquisisce il diritto ai beni del defunto. Questo può avvenire attraverso due differenti modalità: espressa o tacita. La prima avviene quando l’erede dichiara espressamente dal notaio di accettare il patrimonio del de cuius, mentre quella tacita si concretizza quando un erede compie degli atti che dimostrano la volontà di accettare l’eredità senza una dichiarazione formale.
Atti che dimostrano l’accettazione tacita possono essere la vendita, la donazione o la concessione in locazione di un bene, ma anche partecipare alle riunioni di condominio o pagare i debiti contratti dalla persona defunta. Non sono considerati atti di accettazione tacita, invece, sostenere le spese del funerale o ricevere la corrispondenza del defunto.
Per quanto riguarda la voltura catastale, questa rappresenta la modifica del nome del proprietario di un immobile da effettuare presso il Catasto. Tale procedura, per la legge italiana, è da considerarsi un atto di accettazione tacita dell’eredità.
In questi casi appena indicati, dunque, gli eredi dovranno saldare i debiti del defunto per quanto riguarda le quote condominiali. In particolare, gli eredi saranno responsabili dei debiti, ma solo per la parte corrispondente alla loro quota di eredità. Per fare un esempio se un erede è proprietario del 50% dell’immobile, sarà tenuto a pagare il 50% dei debiti.
Se, invece, non avviene l’accettazione dell’eredità, le quote condominiali non corrisposte dal de cuius non dovranno essere versate da coloro i quali rinunciano al patrimonio.
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