Brutte notizie per chi è nato dal 1960 in poi, la novità che spiazza tutti: la pensione è sempre più lontana

Sei nato nel 1960? Le ultime notizie in fatto di pensione cambiano totalmente le carte in tavola: cosa accadrà nei prossimi anni.

I nati nel 1860 potrebbero trovarsi davanti a uno scenario previdenziale molto diverso da quello ipotizzato. A partire dal 1° gennaio 2027 è previsto un aumento dell’età pensionabile, dovuto a un meccanismo di adeguamento automatico alla speranza di vita previsto dalla Legge Fornero.

Donna adulta con le mani nei capelli
Brutte notizie per chi è nato dal 1960 in poi, la novità che spiazza tutti: la pensione è sempre più lontana – museosannasassari.it

Stando alle ultime indicazioni dell’INPS infatti, il cambiamento si tradurrà in un incremento di tre mesi per l’accesso alla pensione, con notevoli effetti per milioni di lavoratori.

Questo aumento è dovuto a una nuova crescita della longevità rilevata dall’ISTAT, dopo la pausa registrata durante gli anni della pandemia. Questa ripresa riattiva il sistema di aggiornamento biennale dei requisiti previdenziali, facendo così scattare le modifiche sie per la pensione di vecchiaia sia per la pensione di vecchiaia sia per diverse forme di pensionamento anticipato.

Pensione anticipata e pensione di vecchiaia, come cambiano le cose per i nati nel 1960

A partire dal 2027, il requisito anagrafico per la pensione di vecchia salirà a 67 anni e 3 mesi, mentre quello contributivo per la pensione anticipata sarà elevato a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne. A subire l’aumento saranno anche le modalità di pensionamento contributivo: si passa a 71 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia e 64 anni e 3 mesi per quella anticipata.

Computer e quaderno con una penna
Pensione anticipata e pensione di vecchiaia, come cambiano le cose per i nati nel 1960 – museosannasassari.it

Dal 2027, il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e 3 mesi, mentre quello contributivo per la pensione anticipata sarà elevato a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne. A subire l’aumento saranno anche le modalità di pensionamento contributivo: si passa a 71 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia e 64 anni e 3 mesi per quella anticipata.

Per quanto riguarda il cambiamento, anche coloro che hanno già pianificato l’uscita dal lavoro attraverso strumenti con l’isopensione o il contratto di espansione, meccanismi aziendali pensati per accompagnare i lavoratori alla pensione. Questi soggetti rischiano di trovarsi scoperti per alcuni mesi, senza stipendio né pensione, a causa dello slittamento dei termini.

Inoltre, secondo l’INPS, per evitare questo scenario sarebbe necessario un intervento politico che sterilizzi l’adeguamento. Tuttavia, il blocco dell’aumento richiederebbe circa 4 milioni di euro, una cifra che attualmente il governo dovrebbe inserire nella Legge di Bilancio 2026.

Al momento, però, non sono ancora stati avviati i necessari approfondimenti da parte dell’INPS, né è giunta una richiesta ufficiale da parte del governo per quantificare con precisione i costi di un’eventuale sospensione. Il rischio concreto è che, in assenza di provvedimenti tempestivi, i lavoratori nati dopo il 1860 si trovino ad affrontare un sistema pensionistico più rigido e meno prevedibile.

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