Le nuove regole Naspi tagliano fuori tanti lavoratori: chi deve dire addio alla disoccupazione

Nuove regole stringenti per la Naspi rischiano di penalizzare molti lavoratori stagionali nel 2025.

Con l’arrivo della stagione estiva, cresce l’attenzione verso il diritto alla Naspi per i lavoratori stagionali, una prestazione economica erogata dall’INPS in caso di disoccupazione involontaria. Tuttavia, le nuove regole Naspi 2025 rischiano di complicare notevolmente l’accesso al sussidio per molti addetti del settore turistico, alberghiero e ristorativo. I cambiamenti introdotti, infatti, impongono nuove condizioni che possono escludere completamente chi non le soddisfa, anche per pochi giorni.

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Le nuove regole Naspi tagliano fuori tanti lavoratori: chi deve dire addio alla disoccupazione – museosannasassari.it

Una delle modifiche più rilevanti riguarda la durata minima di un contratto successivo alle dimissioni volontarie, ora vincolante per riattivare il diritto alla prestazione. Questa stretta normativa nasce con l’obiettivo di contrastare abusi nel sistema, ma colpisce direttamente una fascia ampia e fragile di lavoratori che fa affidamento sulla Naspi al termine della stagione.

Ecco le nuove stringenti regole che limitano la Naspi dopo la stagione lavorativa estiva

La durata della stagione lavorativa è un fattore sempre più critico. Mentre in passato le stagioni duravano anche cinque o sei mesi, oggi si attestano spesso intorno ai tre. Il problema? Se la stagione lavorativa dura meno di 3 mesi, anche solo per un giorno, il lavoratore perde il diritto alla Naspi. Inoltre, anche quando la durata contrattuale raggiunge i 3 mesi, la prestazione risulta comunque modesta, calcolata in base alla metà delle settimane effettivamente lavorate.

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Ecco le nuove stringenti regole che limitano la Naspi dopo la stagione lavorativa estiva – museo sannasassari.it

Un altro nodo cruciale riguarda i lavoratori che hanno rassegnato dimissioni volontarie da un precedente impiego. La normativa attuale prevede che la Naspi non spetti in caso di dimissioni, salvo casi di giusta causa o fine naturale di un contratto. In passato, per aggirare questo vincolo, alcuni lavoratori accettavano un nuovo contratto di breve durata che permetteva loro di “rientrare” nel sistema e accedere alla disoccupazione. Ma oggi, con le nuove regole, questa strategia non è più possibile: il nuovo contratto deve durare almeno 90 giorni pieni per poter far decadere l’effetto ostativo delle dimissioni precedenti.

In assenza di un contratto con queste caratteristiche, anche lavoratori con alle spalle stagioni intere potrebbero trovarsi esclusi dal sussidio. Il rischio è concreto: senza prestare attenzione alla durata del contratto estivo, si rischia di restare senza stipendio e senza Naspi al termine della stagione. Per questo motivo, è fondamentale che chi lavora nel turismo e nella ristorazione valuti attentamente ogni proposta contrattuale, verificando che la durata rispetti i nuovi vincoli per non perdere il diritto alla disoccupazione INPS.

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