Proviamo a conoscere meglio un personaggio che la televisione ha reso popolare ma che ha, dietro di sé, un vissuto straordinario da dover conoscere.
Televisivamente parlando Mauro Corona è una scoperta di Bianca Berlinguer. Un’avventura sul piccolo schermo iniziata a Cartabianca nel 2018. Una collaborazione, e soprattutto un’intesa, che ha vissuto gli immancabili alti e bassi, anche perché il ‘nostro’ non ha un carattere facilmente addomesticabile.

Quasi 75 anni, toccherà la significativa quota il prossimo 9 agosto, ed una vita vissuta a respirare l’aria, gli umori, gli amori di Erto, Vajont. Proprio in quei luoghi dove il 9 ottobre 1963 si è consumata un’immane tragedia. Una frana di dimensioni enormi (270 milioni di metri cubi) si è staccata dal versante nord del monte Toc precipitando nel lago artificiale, generando un’onda di piena che ha superato in altezza la diga stessa e si è tragicamente riversata nella valle sottostante causando la tragedia. L’onda ha sommerso diversi centri abitati, tra cui Longarone, provocando la morte di oltre 2.000 persone.
Una tragedia che Mauro Corona sente ancora sulla pelle quando percorre e ripercorre le zone del Vajont, le sue zone, la sua zona. C’è anche quella tragedia, figlia unica dell’avidità umana, unita al duro lavoro manuale, alla povertà della sua infanzia dentro quelle rughe che solcano un viso che ha vissuto una vita spericolata ma che può comunque dire di aver vissuto la vita desiderata. Ed il suo vissuto riemerge in ogni parola dei suoi libri così come nei suoi commenti televisivi, eccessi compresi. Lo scrittore Mauro Corona è così. E’ cosi lo scultore Mauro Corona scolpito da quelle montagne che da sempre contornano la sua storia.
Mauro Corona ed il suo luogo del cuore
Erto e la Valcellina, in provincia di Pordenone, Friuli Venezia Giulia, rappresentano al meglio il personaggio Mauro Corona. Asprezza e bellezza si alternano e si abbracciano regalando scenari meravigliosi che tolgono il fiato e regalano soltanto il desiderio di rimanere lì. Per sempre.

Poche centinaia di abitanti gelosi custodi di una natura meravigliosamente umana se rispettata ma terribilmente vendicativa se il rispetto reciproco viene meno. Luoghi dove la vita quotidiana scorre in maniera ‘inimmaginabile’ per chi, quotidianamente, è avvolto dal rumori del caos cittadino. Qui lo spazio ed il tempo sono decisi solo e soltanto dalla natura, dalle imponenti montagne che regolano il giorno e la notte. Sono le montagne che Mauro Corona ama scalare, estate o inverno che sia, con le temperature un po’ più alte che fanno scendere una goccia di sudore o quando il freddo delle cascate ghiacciate s’infila dentro gli scarponi.
Quando si legge Mauro Corona o lo si ascolta da Bianca Berlinguer occorre sapere che c’è questo, e tanto altro, dietro quelle parole, quei pensieri, quell’amarezza. Mauro Corona è Erto, aspro, rispettoso, eccessivo come può esserlo la natura delle sue montagne che sono state la sua culla e saranno la sua tomba.