Non dormivo più, l’ansia mi teneva sveglia ogni notte finché non ho scoperto cinque piccoli rituali serali che mi hanno aiutata a ritrovare il sonno perduto.
Non so bene quale fosse il motivo ma ricordo che ho vissuto mesi in cui combattevo contro l’insonnia e sono stati mesi terribili. Appena spegnevano le luci e appoggiavo la testa sul cuscino la mia mente si accendeva e i pensieri si rincorrevano. Avvertivo una grande stanchezza e quindi il bisogno di riposare ma ero incapace di lasciarsi andare.

Per molto tempo ogni sera si replicava una battaglia silenziosa contro qualcosa che non riuscivo a fermare. Più cercavo di dormire, più mi sentivo sveglia. Un paradosso crudele, un circolo vizioso da cui non sapevo come uscire. Poi mi sono imbattuta in un rituale serale per favorire il sonno, non avevo troppe pretese, solo la speranza di dormire qualche ora in più. Non è stato un miracolo improvviso, ma poco alla volta il buio ha smesso di tenermi sveglia e l’ansia ha iniziato a rallentare e finalmente ho ripreso a dormire.
Addio notti agitate: i 5 piccoli riti serali che mi hanno salvato il sonno (e la vita)
Quante volte sei arrivato a sera con il cervello ancora attivo. Spegnere la mente non è così scontato, ma è esattamente ciò che serve se vogliamo dormire come si deve. Così ho cominciato a seguire un rituale serale che con grande sorpresa si è rivelato tremendamente efficace.
La prima cosa che ho fatto è stata dichiarare guerra al telefono. Un’ora prima di dormire lo metto via, fuori dalla stanza, senza di lui la mia mente respirava meglio e ho iniziato a godere del silenzio.

Subito dopo arrivava il momento della doccia, rilassante, restavo po’ di tempo sotto l’acqua calda, magari con una luce bassa o qualche candela accesa, come se mi stessi godendo una spa. L’acqua mi rilassava, mi scioglieva le spalle.
Poi dopo la doccia mi preparavo la tisana. Non credo che a rilassarmi fosse l’effetto delle erbe, che comunque aiutano, sono sicura che fosse più merito del gesto: stare seduta con una tazza calda tra le mani mi faceva rallentare, come se stessi dicendo a me stessa “ok, possiamo smettere di correre e goderci questa bevanda”.
A volte aggiungevo qualche minuto di stretching, niente di complicato, solo qualche movimento dolce per sentirmi di nuovo dentro al mio corpo. Mi aiutava a lasciare andare la tensione, quella invisibile che si accumulava dove non ce ne accorgevamo. E infine ho iniziato a scrivere, qualche riga, niente di poetico, ma sufficiente per scaricare la testa. Mettevo giù pensieri, liste, paranoie, a volte anche solo tre cose belle della giornata. Una volta chiuso il quaderno mi sentivo più leggera.
Alla fine ho capito che dormire bene è quasi un atto rivoluzionario e che per farlo non servono pozioni magiche, basta prendersi sul serio ma con un pizzico di leggerezza.