Tutela del committente: come ottenere il giusto risarcimento in caso di ritardi da parte dell’impresa edile.
Quando si parla del mondo degli appalti edili, il rispetto delle scadenze è cruciale. Nel caso in cui un’impresa edile non dovesse rispettare i termini pattuiti per la consegna di una lavoro, il committente potrebbe trovarsi davanti a gravi disagi economici e organizzativi.

Proprio per tutelare i committenti, il Codice Civile italiano prevede numerosi strumenti efficaci. Si tratta di strumenti che possono essere utilizzati anche in via preventiva attraverso una precisa e dettagliata redazione di un contratto oppure successivamente, nel caso in cui si verifichi la fattispecie in esame.
Tra le forme di tutela più efficaci troviamo l’inserimento di una clausola penale nel contratto d’appalto. In questo modo si preventiverà una somma da pagare nel caso in cui l’impresa edile non riesca ad adempiere alle tempistiche previste. La clausola penale non richiede la prova di un danno concreto per essere applicata: il semplice ritardo basta a farla scattare. Tuttavia, spesso per fiducia o scarsa conoscenza della materia, questa clausola non viene inclusa. Ecco quindi come comportarsi in caso di ritardi.
Come ottenere un risarcimento se l’impresa edile ritarda con i lavori
Quando si stipula un contratto edile è fondamentale stabilire chiaramente il termine di esecuzione dei lavori. Oltre a stabilire una data precisa per il termine, in alcuni casi è possibile stabilire anche delle scadenze intermedie – cronoprogramma -. In questo modo si potrà monitorare l’andamento del progetto e prevenire qualsivoglia ambiguità.

Stabilire una data precisa di consegna è fondamentale anche per consentire al committente di organizzare eventuali impegni come traslochi o inizio di una nuova attività. Nel caso in cui il termine di consegna non sia rispettato, la prima cosa da chiarire è se la responsabilità del ritardo ricada o meno sull’appaltatore. Questo può infatti essere esente da colpa nel caso in cui si presenti circostanze eccezionali, come eventi di forza maggiore o condizioni meteo avverse.
Nel caso in cui la colpa del ritardo ricada in pieno sull’appaltatore, per il committente si aprono vie legali per richiedere il risarcimento per i danni subiti. Come abbiamo visto, l’utilizzo di una clausola penale preventiva semplifica il processo di risarcimento, evitando al tempo stesso giudizi lunghi e costosi. Questa offre poi una sicurezza finanziaria immediata, andando così a compensare parzialmente i disagi causati dal ritardo.
Va tuttavia detto che la penale deve essere proporzionata, nel caso in cui sia troppo onerosa, potrebbe infatti essere ridotta o annullata in sede legale.

Per l’appaltatore, la situazione si complica in caso in cui il ritardo provochi danni significativi al committente, come la perdita di clienti o l’incremento delle spese per porre preventivamente rimedio alla situazione. In questi casi il committente può richiedere un risarcimento del danno ulteriore. Questo dovrà essere supportato da evidenti prove documentali.
L’utilizzo di una clausola penale può semplificare il processo di risarcimento, evitando giudizi lunghi e costosi. Inoltre, offre una sicurezza finanziaria immediata, compensando parzialmente i disagi causati dal ritardo. È importante, tuttavia, che la penale sia proporzionata: se troppo onerosa, potrebbe essere ridotta o annullata dal giudice.
Al committente è anche concesso chiedere la risoluzione del contratto per inadempimenti gravi, o affidare i lavori a un’altra impresa, con l’addebito delle spese all’appaltatore inadempiente.