Strategie legali per ottimizzare l’importo delle pensioni e ottenere guadagni significativi; un’opportunità da valutare attentamente.
La situazione economica dei pensionati in Italia non è certo delle più floride, sono infatti numerose le persone che si trovano a vivere con un assegno mensile che può essere inferiore al trattamento minimo di 620 euro. Fortunatamente, per il 2025, sono previste diverse misure grazie alle quali è possibile aumentare l’importo della pensione, con possibilità che arrivano fino a 1.500 euro al mese.

È infatti fondamentale conoscere queste opportunità e i requisiti necessari per usufruirne, poiché possono fare una differenza sostanziale nella qualità della vita di molte persone. Una delle principali possibilità per poter incrementare significativamente l’importo della pensione, è l’Assegno di Inclusione (ADI).
Come ottenere l’Assegno di Inclusione nel 2026
L’Assegno di Inclusione è una misura che può essere vista come l’evoluzione della Pensione di Cittadinanza, ed’è accessibile ai pensionati, a condizione che siano rispettati alcuni specifici criteri.
I beneficiari devono avere più di 67 anni e il loro ISEE familiare deve essere inferiore a 10.140 euro e un reddito annuo sotto i 6.500 euro. L’importo base dell’ADL è di 682,50 euro al mese, con la possibilità di aggiungere un’integrazione fino a 162, 50 euro per coprire le spese di affitto.

Per arrivare a percepire fino a 1.500 euro mensili, è necessario che il reddito pensionistico sia praticamente nullo e che il nucleo familiare includa individui con età superiore ai 67 anni o con disabilità. Questo va infatti a influire sulla scala di equivalenza, una formula di calcolo centrale per determinare l’assegno spettante. Tuttavia, se si percepisce già un reddito da pensione, quest’ultimo sarà detratto dall’importo finale.
Nel caso in cui l’Assegno di Inclusione non sia accessibile, esistono comunque altre possibilità per aumentare l’importo della pensione, anche se non fino a 1.500 euro. Come, per esempio, l’incremento al milione che è stato introdotto dalla legge 448/2001, permette ai pensionati di ricevere fino a circa 740 euro, qualora i requisiti di reddito siano rispettati. Ciò impone di mantenere il reddito individuale sotto 9.721,92 euro e, in caso si viva in coppia, sotto i 16.724,86 euro.
I pensionati con almeno un contributo settimanale entro il regime retributivo precedente, fissato al 31 dicembre 1995, possono accedere all’integrazione al trattamento minimo. Questa integrazione può elevare l’assegno mensile a 603,40 euro, con un incremento del 2,2% nel 2025, portando il totale a 616,67 euro. Tuttavia, ciò è fattibile solo se il reddito da pensione è sotto la soglia di 7.844,20 euro annui; altrimenti, l’integrazione è parziale o nulla con redditi superiori a 15.688,40 euro.
Nel caso in cui queste soluzioni non siano adatte alla propria situazione, rimane come opzione quella dell’Assegno sociale. Questo è indirizzato ai pensionati con redditi bassi. Per ricevere questo assegno, che garantisce almeno 538,68 euro al mese, è necessario avere 67 anni compiuti e un reddito inferiore a 7.002,84 euro annui, tenendo in conto anche il limite del reddito coniugale.